Le scritture contabili


Ogni imprenditore ha l'obbligo di tenere una traccia documentale delle operazioni compiute dalla sua impresa attraverso i libri sociali e le scritture contabili.

Le scritture contabili sono, appunto, i documenti che contengono la rappresentazione, in termini quantitativi e/o monetari, dei singoli atti d'impresa, della situazione del patrimonio e del risultato economico dell'attività svolta.

L'obbligo della tenuta dei libri e delle scritture contabili adempie alla funzione di consentire un efficace controllo della vita sociale da parte del responsabile della gestione ed a quella di rendere possibile una verifica delle cause del dissesto in caso di fallimento.

La legge impone una contabilità minima, stabilendo che ogni imprenditore commerciale deve tenere il libro giornale ed il libro degli inventari numerati progressivamente in ogni pagina e bollati, nonché le altre scritture richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa.

Inoltre l'imprenditore deve conservare tutta la corrispondenza, i contratti e le fatture, per la durata di dieci anni.

Il libro giornale deve indicare le operazioni giornalmente compiute; le operazioni devono essere annotate cronologicamente e immediatamente (ogni operazione deve essere annotata appena compiuta).

Il libro degli inventari deve essere redatto all'inizio dell'esercizio dell'impresa e,

successivamente, ogni anno. L'inventario ha la funzione di fornire il quadro della situazione patrimoniale dell'imprenditore e deve, perciò, contenere l'indicazione e la valutazione delle attività e delle passività, fatte con i criteri dettati per le società per azioni; esso si chiude con il bilancio ed il conto dei profitti e delle perdite.

Le altre scritture, "imposte dalla natura e dalla dimensione dell'impresa", sono, ad esempio, il libro mastro, nel quale le singole operazioni sono registrate sistematicamente, ossia per cliente, per operazione ecc., il libro cassa, che contiene le entrate e le uscite in denaro, ed il libro magazzino, che registra le entrate e le uscite di merci.

II fondamento dell'obbligo di tenere le scritture contabili risiede nell'interesse dei soggetto ad accertare le condizioni della sua impresa; nell'interesse dei terzi che contraggono con l'imprenditore; nell'interesse pubblico ad una gestione corretta dell'impresa.

Infatti, in caso di fallimento, solo una regolare tenuta dei libri contabili comporta l'ammissione al beneficio del concordato preventivo o a quello dell'amministrazione controllata.



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